Esploratore di latitudini “prossime”, l’artista e film maker Stephen Loye ha scelto il viaggio come momento creativo esperienziale da trasformare in opera d’arte, nell’ambito della mostra finale del progetto Acteurs Transculturels.
L’intento è ricreare per ricreare, in scala ridotta, un paesaggio attraversato partendo da Digne-les-Bains, sua città natale, e lì ritornando, secondo un percorso circolare al di qua e al di là del confine: 360 gradi in 360 ore (quindici giorni), senza fermarsi oltre le ventiquattro ore nello stesso luogo e senza scrivere né scattare fotografie, ma raccogliendo sul posto i materiali, gli oggetti e le immagini per poi rappresentarlo in forma di maquette.
Su un tavolo rotondo a misura del suo corpo, l’artista sta creando un mondo in miniatura, che rimanda con sofisticata ironia alla pratica artistica, ai suoi linguaggi e cliché, facendo convivere le pratiche del ready-made e del site-specific con il bricolage e l’artigianato, ricordandoci infine che il paesaggio è un’invenzione.